

Cavolo, che broccolo!
Del cavolo brocco lodi solito si utilizza l’infiorescenza, chiamata anche «palla» o «testa», di forma simile a quella del cavolfiore; ma vi sono varietà di cui si consumano anche le foglie.
Cavolo broccolo Fiolaro, tipica varietà di cavolo broccolo da foglia
Ecco le varietà più diffuse che puoi coltivare nel tuo orto, purché siano posizionate in pieno sole e in un terreno ricco di sostanza organica in cui non ristagni l’acqua.
- La varietà più coltivata è senza dubbio il cavolo broccolo Calabrese (foto 1 a sinistra): la pianta è alta 60-70 centimetri e presenta un’infiorescenza di diametro di 10-12 centimetri. La sua caratteristica è di essere meno resistente al freddo di altri tipi, come ad esempio il Veronese (di cui parliamo più sotto).
- Altra varietà che puoi coltivare nel tuo orto è il Romanesco (foto 6 in centro), che dopo il Calabrese è il cavolo broccolo più diffuso. Le piante sono in media un po’ più sviluppate di quest’ultimo, ma la differenza fondamentale sta nell’infiorescenza, che è più compatta, di forma conica, misura 15 centimetri circa di diametro e il suo colore è giallo zolfino con tonalità verdastre.
- Soprattutto nelle regioni settentrionali cresce bene il cavolo broccolo Veronese (foto 10 a destra), che ha infiorescenze bianche simili a quelle del cavolfiore (del resto anche il Veronese viene talvolta considerato un cavolfiore), ma di minori dimensioni. La sua resistenza al freddo è invece superiore: resiste infatti a 7-8 e anche a più gradi sotto lo zero. Perciò puoi coltivarlo nel periodo invernale anche se vivi per esempio in pianura padana, ottenendo produzioni che possono andare dall’autunno inoltrato all’inizio della primavera.
Se è logico che la scelta della varietà di cavolo broccolo da coltivare nel tuo orto possa cadere su quelle più comunemente presenti nella tua zona, ti consigliamo di provare a coltivarne anche altri tipi, ricordando che quasi tutti possono dare produzioni buone e di qualità in tutta la nostra penisola, purché si rispettino gli accorgimenti basilari richiesti dalla pianta.